L’elemento strutturale è il cartone
Una bicicletta che può cambiare le abitudini della mobilità urbana e può essere distribuita anche nei paesi più poveri. Sembrerebbe un’utopia ed è ancor più un’idea stravagante se abbinata al fatto di considerare il cartone come materia prima e non più, come è stato dalla sua invenzione fino ai nostri giorni, come un semplice materiale per l’imballo. Un’innovazione costruttiva ottenuta con un materiale di uso quotidiano che rende l’ipotesi ancor più intrigante
Ed ecco l’intuizione che consente di fare dell’ipotesi una realtà: il progetto si basa sui principi degli origami giapponesi, ha richiesto 3 anni di svariate sperimentazioni prima di maturare ad uno stato di concretezza. La bici in cartone è in attesa di essere brevettata e successivamente potrà essere presentata per la commercializzazione. Il costo di produzione contenuto potrebbe rendere non conveniente la delocalizzazione degli impianti di produzione, portando ulteriori benefici economici per i produttori.
THE ALFA BIKE
La bicicletta è realizzata al 100% con materiali riciclati, in particolare cartone.
Il peso della versione adulto è di circa 9 kg (20 lbs) è può essere utilizzata da persone di peso fino a 220 kg, grazie ad una particolare metodologia costruttiva brevettata che rende la struttura in cartone più resistente della fibra di carbonio.
L’inventore è Izhar Gafni, un israeliano progettista delle linee di produzione e appassionato ciclista che vive negli Stati Uniti.
Una volta tagliate, le forme di cartone vengono piegate direzionalità studiate per anni e derivanti dagli origami , in modo da accrescerne esponenzialmente la resistenza. Successivamente telaio, ruote, manubrio e sella realizzati in cartone vengono trattati con una miscela organica segreta e brevettata che conferisce le proprietà di resistenza all’acqua e anche al fuoco. Infine, la superficie viene ricoperta con vernice lacca per finalità estetiche e di finitura.
La catena per la trasmissione e le coperture delle ruote derivano da pneumatici di automobili riciclati, mentre i pedali sono realizzati da bottiglie di plastica, ovviamente riciclate.
È in avanzata fase di sviluppo anche una versione di bicicletta dotata di motore elettrico.
ERP, la società israeliana che si occupa degli aspetti commerciali e finanziari del progetto ha rivelato che i costi di produzione si aggirano attorno all’equivalente di 8 € per il modello adulti e 4 € per il modello bambini (quest’ultimo del peso di 3,5 kg).
La società, inoltre, fa affidamento sugli incentivi governativi per le aziende verdi, in modo da portare a zero i costi di produzione e poter commercializzare gratuitamente la bicicletta nei paesi poveri e in Israele, contando su introiti derivanti esclusivamente dalla pubblicità. Nel resto del mondo il prezzo si aggirerà attorno ai 50-80€.
L’intento ambizioso è anche quello di annullare i furti di biciclette dato il prezzo irrisorio e di annullare la necessità di manutenzione.
ERP ha dichiarato imminente l’avviamento della produzione delle biciclette: le basi per un nuovo paradigma sono gettate.
Articolo pubblicato a cura dello stesso autore anche per Bicitech