Eco Bike Design Contest - CyclingON

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E-bike "fotovoltaiche" a concorso


Si è concluso a settembre il concorso Eco Bike Design Contest 2012, patrocinato da ADI Associazione Italiana per il Disegno Industriale e promosso da Solsonica spa, produttore di celle, moduli e soluzioni fotovoltaiche, e da POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano.
Al concorso erano ammessi progetti innovativi relativi al sistema bicicletta assistita elettricamente e pensilina fotovoltaica per il suo ricovero e ricarica.


I progetti

Il progetto vincente,  Boomerang Transportation System, è stato quello di Jimena Martinez, che ha proposto pensilina e bicicletta legate da continuità iconografica (boomerang appunto), alla ricerca di un’immagine dinamica ma robusta.
Il design della pensilina richiama un imbuto che raccoglie, trasforma e trasmette l’energia solare alla bicicletta. La struttura è dotata di due punti di ricarica, per la bici e per un eventuale oggetto da ricaricare tramite una normale presa elettrica. Il pannello fotovoltaico sulla pensilina può essere orientato ed inclinato in base alla posizione del sole.
L’aspetto della bicicletta richiama la pensilina: il telaio in carbonio a forma di "boomerang"  racchiude il pacco batteria, alloggiato in modo da consentire il corretto bilanciamento dei pesi.
Il frontale è dotato di una luce LED. La bicicletta viene ricaricata tramite plug in installato sulla forcella anteriore semplicemente inserendo la ruota nella pensilina. Lo stato della carica è indicato da un’icona a forma di sole.
Al Secondo posto si sono classificati Enrico Oggero e Livio Novara. Il loro progetto prevede che i pannelli fotovoltaici siano alloggiati in una pensilina trasparente in policarbonato termoplastico. La parte inferiore e la pedana della pensilina sono realizzate in compensato marino con una parte metallica centrale, avente funzione strutturale di sostegno e di alloggiamento dell’impiantistica. È inoltre presente un display per visualizzare lo stato dei pannelli fotovoltaici e la carica della batteria della bicicletta alloggiata.
Per ricaricare la batteria è sufficiente posizionare la ruota posteriore nell’apposita sede sulla pedana e mettere a contatto la ruota posteriore con la parete verticale. I contatti elettrici della pensilina si collegano così alla ruota, ricaricando automaticamente la bicicletta.
I comandi per l’assistenza di pedalata ed il monitoraggio dello stato della batteria sono alloggiati nell’attacco manubrio della bicicletta. L’assistenza alla pedalata avviene in modalità Economica, con intervento del motore al minimo e durata prolungata delle batterie, oppure Sportiva, con il pieno intervento del motore elettrico.
Sul podio anche il progetto di Cristiano Giuggioli che propone una e-bike con batterie alloggiate all’interno del telaio centrale, prediligendo la pulizia estetica della linea. Le celle del pacco batteria sono disposte ad arco in modo da poter essere installate in entrambi i tubi centrali del telaio. L’estrazione, invece, può avvenire sia dalla parte anteriore che da quella posteriore.
L’assenza del tubo orizzontale centrale permette a tutti di salire facilmente in sella. Nella parte anteriore è installato un faro LED. Il supporto per la sella, a doppio scorrimento, è una soluzione innovativa che non prevede il classico tubo reggisella.Il motore, a trazione posteriore, è "Geared hub", con trasmissione integrata nel mozzo consente di scollegare il motore dalla ruota, in modo che la bicicletta possa essere utilizzata in modo tradizionale senza resistenza.
La trasmissione è a cinghia ed il cambio è interno al mozzo, per diminuire la necessità di manutenzione.
La pensilina si monta grazie ad un kit che consente  4 configurazioni diverse per adattarsi allo spazio a disposizione e scegliere il verso di entrata della bicicletta.
Le pareti verticali sono telate, estensibili su montanti e traversi telescopici. La base è versatile, in modo da potersi adattare alle diverse configurazioni.

Una breccia verso una reale, nuova visione di mobilità elettrica a due ruote è stata aperta: ulteriori affinamenti e costi contenuti potrebbe davvero portare alla diffusione di massa di questi innovativi sistemi.


Articolo pubblicato a cura dello stesso autore anche per Bicitech


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