GRAND CANYON CF SLX 9.9 ONEBY
La nostra curiosità è finalmente soddisfatta, ovvero testare le biciclette di un marchio che sta avendo una considerazione crescente nel mercato italiano, con conseguente riflesso sulle vendite. Ci riferiamo all’azienda tedesca Canyon, ed i nostri test cominciano con la MTB Grand Canyon CF SLX 9.9 Oneby, una front con ruote da 29″, il cui telaio in carbonio, presentato nel 2013, è il top di gamma della produzione Canyon per le Hardtail da CrossCountry.
Tutte le bici Canyon si ordinano direttamente dal sito internet plurilingue: vengono spedite comodamente dove volete nei box BikeGuard, che contengono anche la specifica dotazione di accessori a seconda della bici scelta, con le singole istruzioni di uso e manutenzione. L’intento è evidente: la vendita diretta consente di abbassare i costi finali per i clienti, limitando gli anelli intermedi della catena produttore/utilizzatore.
La Grand Canyon CF SLX 9.9 Oneby è una 29er, sviluppata in collaborazione con i professionisti del Topeak Ergon Racing Team, per offrire il massimo delle prestazioni. CF contraddistingue il telaio in fibra di carbonio unidirezionale, con tre tipologie diverse di fibre posizionate in corrispondenza delle varie parti del telaio: fibre UHM sul triangolo principale e i foderi bassi posteriori per garantire rigidità e precisione nella guida, fibre HE sul foderi posteriori alti, per garantire maggior comfort nella guida, e fibre di rinforzo SA, in punti specifici del telaio sottoposti a sollecitazioni.
Ci sembra importante premettere che in Canyon hanno iniziato a sviluppare internamente i componenti delle loro biciclette, inclusi reggisella, manubri e attacchi manubri. A partire da quest’anno tutte le bici sono equipaggiate almeno parzialmente con la componentistica Canyon, dalle bici da strada (Categoria 1) alle MTB per le discese (Categoria 5), passando per ogni altro tipo di bici compreso tra questi due estremi.
Alcuni esempi sono:
ATTACCHI MANUBRIO - spessori ottimizzati per fornire adeguata rigidità torsionale e assorbimento delle vibrazioni, per migliorare il comfort. Sulla Grand Canyon in test è montato l’ attacco manubrio Canyon V14 (angolo ± 6°, profilo esagonale)
MANUBRI – l’azienda ha sviluppato una gamma completa di manubri, sia dritti che rialzati, progettati per le varie discipline, dal XC all‘enduro. Il manubrio scelto per equipaggiare la Grand Canyon è il modello in carbonio H20 FLAT CF (larghezza 720 MM, inclinazione ± 5 mm).
REGGISELLA – grazie all’impiego di differenti fibre di carbonio, i reggisella riducono le vibrazioni fino al 50%, senza compromettere la rigidità laterale. L’innovativo reggisella Canyon S25 impiega la tecnologia VCLS 2.0 con sospensione a balestra anche nel Cross Country, per la prima volta in assoluto.
Veniamo alle caratteristiche specifiche della MTB in test:
IPU - Impact Protection Unit è sistema che in caso di rotazione non voluta del manubrio, blocca lo sterzo prima che vada a impattare sul top tube. Lo scopo è di evitare che il manubrio danneggi il tubo superiore del telaio in caso di caduta: un supporto avvitato sul telaio arresta la rotazione del manubrio oltre una certa corsa, agendo su un anello sagomato alloggiato sopra la serie sterzo.
RUOTE - La coppia DT Swiss XR1491 Spline SL da 29 pollici dietro il mozzo ha l’asse passante 12x142 di Syntace, davanti il mozzo è in versione Predictive Steering per abbinarsi alla forcella RockShox RS-1, con una interfaccia maggiorata, adatta al perno da 110x27mm dedicato. Su entrambe le ruote le coperture montate sono le Continental X-King RaceSport da 2.2, con camera d’aria. L’impianto frenante idraulico a disco è lo Sram XX, con i rotori CLX da 180 per l’anteriore e 160 per la ruota posteriore, con attacco a sei fori.
FORCELLA – Merita davvero un capitolo dedicato, la forcella Rock Shox RS-1 “upsidedown”, con steli da 32mm ed escursione 100mm, regolata da lockout sul manubrio per la selezione di blocco/sblocco.
La forcella è a steli rovesciati, testata da noi per la prima volta sulla Grand Canyon: il progetto mira alla riduzione delle masse non sospese, convertendo in masse sospese alcuni elementi che nelle forcelle tradizionali sono non sospesi.
Le masse non sospese sono i componenti che si trovano “a valle” della sospensione e non insistono su tale elemento. Le masse sospese si trovano, invece, “a monte” della sospensione e contribuiscono a sollecitarla.
Le prime, non sospese, devono far in modo che la ruota mantenga il contatto con il terreno, per garantire l’aderenza e la guidabilità della bici. La ri-estensione della sospensione in seguito ad una compressione permette l’adesione al terreno, tanto più rapidamente quanto più sono leggere le masse.
Le masse sospese devono essere il più possibile stabili per garantire il comfort: più sono importanti in termini di peso, minori saranno le oscillazioni, sia come ampiezza che come durata, aumentando il comfort.
Nella Rock Shox RS-1, che è a steli rovesciati, le masse non sospese sono gli steli, il perno passante e i fissaggi, mentre le masse sospese sono cannotto dello sterzo, crociera e foderi.
La prova sul campo
Saltiamo in sella e ci sistemiamo nella posizione di guida alta, che permette di dominare sempre la situazione, a nostro agio grazie al senso di sicurezza trasmesso dal posizionamento ben al centro tra le due “ruotone”.
La scorrevolezza fuori strada è ottima, soprattutto nello scavalcamento degli ostacoli, che vengono percepiti in modo smorzato. Su asfalto, soprattutto in impostazione di curva ed in fase di rilancio, con forcella bloccata tramite il funzionale pulsante di lockout sul manubrio, siamo impressionati dalla rigidità e dalla conseguente reattività che questa MTB offre.
L’unica attenzione da avere è nel single track e nello stretto, situazioni in cui bisogna considerare gli spazi di manovra e prevedere/anticipare le sterzate per seguire le traiettorie volute, considerando un minimo di inerzia dovuta alle ruote da 29”.
Gli steli indipendenti della Rock Shox RS-1, specie le prime volte, rendono il montaggio della ruota più laborioso, dovendo allineare manualmente il foro del mozzo ed il perno passante. Ma questo scotto è ampiamente ripagato dal comportamento della forcella: smorza egregiamente qualsiasi asperità e, spingendo l’apposito comando per bloccarlo, la Grand Canyon diventa molto reattiva e pronta allo scatto, esaltando le doti del telaio in fibra di carbonio. La precisione di guida è davvero impressionante, senza dubbio anche grazie agli steli indipendenti (chiamati così perché scorrono in maniera “indipendente” nei foderi), consentendo al sistema bici di copiare il terreno e di seguire il raggio della curva.
E il plus della Grand Canyon, a nostro avviso, è proprio questo: le traiettorie impostate vengono mantenute e percorse come su binari. Se, tuttavia, si rendesse necessaria una correzione, la bici reagisce rapida e precisa, senza scomporsi e senza “strappare”, con spiccata maneggevolezza.
Un altro contributo della RS-1 al comfort complessivo della MTB è l’eliminazione dei rimbalzi scomodi, cioè improvvisi e non “calcolati”, che abbiamo subito in qualche occasione durante il nostro test quando non siamo stati pronti ad ammortizzare bene con le braccia. È evidente che il risultato è una guida molto soft che riduce notevolmente l’affaticamento del biker ed aumenta l’efficienza della pedalata.
Per i più sensibili, che privilegiano forcelle con compressione molto progressiva, c’è la possibilità di inserire i tokens (spessori) nei foderi, in modo da ridurre il volume interno dei foderi e irrigidire la risposta della forcella.
La Grand Canyon è equipaggiata con monocorona da 32, il che richiede una gamba allenata per le salite più ripide, e sacrifica un po’ la velocità sui tratti pianeggiante dove occorre spingere sui pedali.
La sella Ergon SM30 non ha dato nessun tipo di problema, sia in posizione seduta in salita che sui tratti sconnessi, coadiuvata dal particolare reggisella Canyon S25 VCLS 2.0 CF, diviso in due metà in prossimità della sella.
Per completare il commento, accenniamo al sistema ruote-coperture: le DT Swiss XR1491 Spline SL da 29 pollici, con coperture Continental X-King RaceSport da 2.2 a camera d’aria, si sono dimostrate sempre all’altezza del livello della Grand Canyon su qualsiasi terreno e con qualsiasi grado di pendenza. Da citare anche la comodità del sistema perno in occasione di foratura, specie posteriore, che permette di sfilare e re-infilare rapidamente la ruota per sostituire la camera d’aria.
L’impianto frenante Sram XX (freni Avid X0 con dimensioni dischi 180 mm e 160mm), ci è sembrato affidabile e ben modulabile nelle varie situazioni, anche se abbiamo sofferto un po’ di affaticamento degli avambracci nelle discese sterrate lunghe veloci, come ad esempio nel finale della AltaValtellina Bike Marathon, forse a causa della eccessiva distanza leve-manubrio.
Conclusioni
La Grand Canyon CF SLX 9.9 Team Oneby è progettata per competizioni ed uscite che possono rientrare sia nella categoria Cross Country, che nelle GranFondo e Marathon.
Questo perché la Grand Canyon è una MTB eclettica: leggera e scattante, ma anche comoda.
È, insomma, un’ottima compagna, anche in considerazione del fatto che per il livello di bicicletta che rappresenta, ha un prezzo molto competitivo.
A nostro avviso, la Gran Canyon fa la differenza in discesa, sui tratti guidati ed in salita in piedi sui pedali.
GRAND CANYON CF SLX 9.9 TEAM ONEBY
TG M – 29”
SELLA Ergon SM30
TRASMISSIONE SRAM XX1 – anteriore 32 – posteriore 11V (10÷42)
PEDIVELLE SRAM X01 Carbon
FRENI SRAM XX
MOVIMENTO CENTRALE SRAM GXP Pressfit
MANOPOLE Ergon GA-1 Evo
FORCELLA Rock Shox RS-1 Upside Down
RUOTE DT SWISS Spine SL XR1491
COPERTURE Continental XKing 2.2
TAGLIE S, M, L, XL
PESO kg 9.3 – (Peso completo rilevato della bici in test - taglia M)
PREZZO 4.399 €
Info: Sito Canyon