Alta Valtellina Bike Marathon – ne vale la pena!
Domenica 26/07 siamo tornati in Valtellina (dopo la GF Alpi) per partecipare alla Alta Valtellina Bike Marathon, con partenza ed arrivo a Isolaccia, località "Rasin". Dunque, questa volta, ci siamo cimentati con una prova MTB, testando sul suo terreno naturale la Grand Canyon CF SLX 9.9 ONEBY.
Domenica 26/07 siamo tornati in Valtellina (dopo la GF Alpi) per partecipare alla Alta Valtellina Bike Marathon, con partenza ed arrivo a Isolaccia, località "Rasin". Dunque, questa volta, ci siamo cimentati con una prova MTB, testando sul suo terreno naturale la Grand Canyon CF SLX 9.9 ONEBY.
Come per la maggior parte di queste competizioni, l’organizzazione prevedeva la possibilità di mettersi alla prova sul percorso Marathon di 86km (3090m di dislivello) oppure Classic di 52km (1860m di dislivello), entrambi all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio ed entrambi inediti rispetto alle precedenti edizioni.
Diciamo subito che è stata davvero l’occasione perfetta per passare una giornata in sella alla mountain bike: panorami super, single track, salite impegnative ed appaganti, discese veloci con tratti tecnici e, per finire, l’atmosfera di festa e cordialità che si è respirata lungo tutto il percorso ed al Bike Village di partenza ed arrivo.
I percorsi hanno toccato i comuni di Valdidentro, Livigno e Valdisotto: per goderci appieno i panorami ed il percorso, abbiamo optato per il percorso "Corto", ovvero Classic.
Dopo la partenza in zona Alta Valtellina Bike Village (in località Rasin Isolaccia) alle ore 9, in compagnia degli altri 1.200 circa biker, percorriamo un breve tratto di lancio tra le vie di Isolaccia, per poi imboccare la prima ascesa di giornata, ovvero la salita per Pedenosso Alto – S.Antonio, che si sviluppa per 5 km su asfalto, per poi proseguire su strada sterrata per circa altri 2 km. Da qui, guardando verso il fondovalle, si ha già un’idea del dislivello affrontato, ma il panorama che si apre alla vista (non ancora annebbiata dalla fatica) è impagabile. Il breve tratto fin qui percorso ha già scremato ed allungato la schiera dei partenti, che percorrono la sterrata con differenti scopi e, soprattutto, differenti andature.
Lo scollinamento avviene sulla strada bianca della Decauville verso le Torri di Fraele, con un ulteriore falsopiano di circa 1 km su asfalto. Giunti, appunto, alle Torri di Fraele (1930 m slm) si prosegue sulla facile sterrata per costeggiare il laghetto di Monte Scale, fino alle dighe di Cancano. Qui si percorre l’unico tratto di pianura effettiva della giornata, costituito dai circa 30 km su ampia strada sterrata. Al km 12 incontriamo anche il primo punto di ristoro, situato a Cancano.
Aggirando il lago di San Giacomo, comincia la seconda asperità di giornata, il tratto di 4,5 km che porta al Passo Alpisella (2350 m s.l.m.), famoso per ospitare le sorgenti del fiume Adda.
In cima, al km 24, troviamo ad accoglierci con la consueta cordialità e grinta, i volontari del secondo punto di ristoro, sempre pronti all’incitamento ed alla battuta.
Ci prendiamo un breve momento per goderci il tratto di alta montagna in salita pedalabile e poi giù, in discesa fino al lago di Livigno (1800 m slm), che segna il confine tra Italia e Svizzera.
Il tratto percorso lungo il lago serve a riprendere la gamba per il saliscendi che ci attende svoltando a sinistra, imboccando il sentiero immerso nel bosco per Val Torta, che conduce al fondovalle di Trepalle.
Dopo la partenza in zona Alta Valtellina Bike Village (in località Rasin Isolaccia) alle ore 9, in compagnia degli altri 1.200 circa biker, percorriamo un breve tratto di lancio tra le vie di Isolaccia, per poi imboccare la prima ascesa di giornata, ovvero la salita per Pedenosso Alto – S.Antonio, che si sviluppa per 5 km su asfalto, per poi proseguire su strada sterrata per circa altri 2 km. Da qui, guardando verso il fondovalle, si ha già un’idea del dislivello affrontato, ma il panorama che si apre alla vista (non ancora annebbiata dalla fatica) è impagabile. Il breve tratto fin qui percorso ha già scremato ed allungato la schiera dei partenti, che percorrono la sterrata con differenti scopi e, soprattutto, differenti andature.
Lo scollinamento avviene sulla strada bianca della Decauville verso le Torri di Fraele, con un ulteriore falsopiano di circa 1 km su asfalto. Giunti, appunto, alle Torri di Fraele (1930 m slm) si prosegue sulla facile sterrata per costeggiare il laghetto di Monte Scale, fino alle dighe di Cancano. Qui si percorre l’unico tratto di pianura effettiva della giornata, costituito dai circa 30 km su ampia strada sterrata. Al km 12 incontriamo anche il primo punto di ristoro, situato a Cancano.
Aggirando il lago di San Giacomo, comincia la seconda asperità di giornata, il tratto di 4,5 km che porta al Passo Alpisella (2350 m s.l.m.), famoso per ospitare le sorgenti del fiume Adda.
In cima, al km 24, troviamo ad accoglierci con la consueta cordialità e grinta, i volontari del secondo punto di ristoro, sempre pronti all’incitamento ed alla battuta.
Ci prendiamo un breve momento per goderci il tratto di alta montagna in salita pedalabile e poi giù, in discesa fino al lago di Livigno (1800 m slm), che segna il confine tra Italia e Svizzera.
Il tratto percorso lungo il lago serve a riprendere la gamba per il saliscendi che ci attende svoltando a sinistra, imboccando il sentiero immerso nel bosco per Val Torta, che conduce al fondovalle di Trepalle.
Sapendo quello che ci attende, ovvero il tratto verso il Passo Trela, preferiamo saltare il punto di ristoro in località Pila al km 33, per prendere la rincorsa prima dei 3,5 km impegnativi sul sentiero verso i 2300 m slm del Passo, a nostro avviso la fatica più ardua del percorso che, complice un po’ di traffico, ci obbliga a fare qualche tratto a piedi.
Arriviamo in cima e imbocchiamo la breve discesa fino al ristoro posto al km 42, Alpe Trela, dove già scorgiamo per intero l’ultima asperità di giornata, il tratto di 1,5 km che solca il verde fino allo scollinamento delle Bocchette di Trela a m 2350 slm.
Da qui il morale sale a mille, perché sappiamo che ci attende solo la spettacolare discesa in direzione Val Vezzola, composta da una prima parte single track, per poi divenire strada bianca, ricalcando un tratto fatto ad inizio giornata. Tra noi e l’arrivo in picchiata su Isolaccia è rimasto solo un breve strappetto su strada asfaltata, che voliamo sulle ali dell’entusiasmo per la bellissima esperienza, per poi ributtarci in discesa e giungere al Bike Village.
Arriviamo in cima e imbocchiamo la breve discesa fino al ristoro posto al km 42, Alpe Trela, dove già scorgiamo per intero l’ultima asperità di giornata, il tratto di 1,5 km che solca il verde fino allo scollinamento delle Bocchette di Trela a m 2350 slm.
Da qui il morale sale a mille, perché sappiamo che ci attende solo la spettacolare discesa in direzione Val Vezzola, composta da una prima parte single track, per poi divenire strada bianca, ricalcando un tratto fatto ad inizio giornata. Tra noi e l’arrivo in picchiata su Isolaccia è rimasto solo un breve strappetto su strada asfaltata, che voliamo sulle ali dell’entusiasmo per la bellissima esperienza, per poi ributtarci in discesa e giungere al Bike Village.
Davvero una bella giornata di sport e di montagna, in un clima sempre di festa, e grazie ad una macchina organizzativa a dir poco super, impegnata anche negli eventi escursionistici a corredo del venerdì, con la 1 a Tappa Bike Adventure Valdidentro – S.Caterina Valfurva km 36 dislivello 1800 m e del sabato, con la 2 a Tappa Bike Adventure Valdidentro – Cepina Valdisotto km 27 dislivello 1130 m.
Chiunque ami la mountain bike, ma diremmo la bici in generale, e la montagna, non può prescindere da praticare sport in questi posti: ne vale la pena!
Link al sito: www.altavaltellinabike.it/
Per le foto ringraziamo:
Giovanni Ferrario www.giofoto.it
Fausto Compagnoni www.forba.eu
Le foto di CyclingON sono state realizzate tramite Huawei P8
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